LA DEMENZA: UNA NUOVA SFIDA : lo stato attuale e le prospettive future

Dott.ssa Nadia Valsecchi - Psicologo esperto in Neuropsicologia

L’Italia è uno dei Paesi in cui la percentuale di anziani è tra le più alte d’Europa; al 1° gennaio 2012 si contavano  147,2 anziani ogni 100 giovani. Il quadro che si prospetta per il futuro è di un ulteriore incremento della popolazione anziana e dell’aspettativa di vita favorita dal progresso in ambito tecnico, medico e scientifico.  Tale dinamica demografica  porta a focalizzare l’attenzione verso nuove sfide sanitarie, sociali ed economiche che devono condurre  a ripensare le strategie di assistenza all’anziano, gestione della cronicità e  prevenzione della disabilità. L’aumento dell’aspettativa di vita ha consentito a una parte della popolazione di giungere ad un’età avanzata in discrete condizioni di salute ma ha portato anche all’incremento di una percentuale di anziani affetti da patologie croniche e disabilità. Tra di esse, l’insorgere di una forma di demenza rappresenta un evento che impatta in modo considerevole  sia sull’anziano e la sua famiglia che sul sistema sanitario in termini di costi e risorse umane. L’insorgere della demenza  si lega infatti  in modo indissolubile all’invecchiamento configurandosi come una vera e propria sfida per il sistema sanitario; le stime indicano che, solo  in Italia, si passerà dal milione di casi attuali ai due milioni nel 2030. 

Ognuno di noi può avere immediatamente il polso della situazione. Quando la demenza non colpisce direttamente persone  vicine come  un nonno o un genitore,  basta pensare alla  cerchia dei propri conoscenti per trovare un’anziana zia, una lontana parente o una vicina di casa che soffra di demenza. Ed è  esperienza comune che  si tratti di una malattia difficile da comprendere, accettare  e gestire sia per la persona che ne è colpita che per i suoi famigliari. Scientificamente la demenza viene definita come  una malattia del sistema nervoso centrale che intacca progressivamente le funzioni cognitive e incrina la capacità di ricordare informazioni ed eventi, riconoscere persone, fare programmi, ragionare, riconoscere oggetti e  usare il linguaggio per comunicare efficacemente. Con l’evolvere della malattia la compromissione delle funzioni cognitive diviene tale da interferire in modo significativo con le normali attività della vita quotidiana fino a generare la perdita dell’autonomia personale. Il deterioramento cognitivo può essere inoltre accompagnato da disturbi comportamentali e alterazioni di personalità quali ansia, aggressività, apatia, depressione, irritabilità, stereotipie, deliri, allucinazioni, disturbi del sonno e dell’alimentazione. Sul piano del vissuto personale, chi  ne è colpito sperimenta un iniziale senso di smarrimento per  “non essere più quello di una volta”  e  fatica ad accettare le proprie difficoltà che diventano progressivamente più invalidanti. La sfida per i famigliari è invece quella di trovare soluzioni pratiche nella gestione della vita quotidiana, documentarsi per capire cosa comporti questa patologia e capire come affrontarla; il tutto con una buona dose di ansia, preoccupazione e smarrimento. Molto spesso la famiglia si trova impreparata a gestire l’evento, altre si scontra con  un compito troppo gravoso in termini di risorse economiche, umane e di tempo. Negli ultimi anni  sono stati fatti notevoli passi avanti in termini di assistenza sanitaria e strutture  rivolte a persone affette da demenza. Basti pensare alle unità di valutazione Alzheimer presenti negli ospedali, l’accesso ormai gratuito a farmaci specifici, la maggior disponibilità di servizi  quali i Centri Diurni e l’Assistenza Domiciliare. Molto è stato fatto, tuttavia il carico assistenziale maggiore grava ancora sulle famiglie che rappresentano il primario agente di cure. Il passo successivo punta al riconoscimento e valorizzazione di questa risorsa anche a livello istituzionale tramite la creazione di politiche concrete che la sostengano. Il miglioramento dell’assistenza e sostegno in caso di demenza è una delle maggiori sfide sanitarie della nostra epoca. L’obiettivo finale deve essere quello di offrire una buona qualità della vita non solo al malato ma anche ai suoi famigliari e il punto di partenza non può essere che considerare la demenza come una nuova sfida che riguarda ognuno di noi.

BIBLIOGRAFIA:


Ministero della Salute (2010). Quaderni del Ministero della Salute: criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza dell’anziano. Vol.6 novembre-dicembre 2010.

 

Istituto Nazionale di Statistica (2013). Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Pg 38-52.