TRAUMA CRANICO ENCEFALICO

Il trauma cranio encefalico è un danno cerebrale di natura non degenerativa né congenita, ma causato da una forza esterna. Tale danno può determinare una diminuzione o una alterazione del livello di coscienza e alterazioni a livello cognitivo, emotivo e fisico. Tali alterazioni possono essere temporanee o permanenti e determinare disabilità parziale o completa e/o difficoltà di adattamento psico-sociale. 


TIPI:

Trauma cranico lieve:

  • perdita di coscienza inferiore ai 20-30 minuti
  • emicrania, vertigini, insonnia
  • problemi di memoria, tensione emotiva, difficoltà di attenzione e concentrazione.7
  • tale sintomatologia interferisce negativamente con il rendimento scolastico e l’attività lavorativa ma scompare entro i primi tre mesi dall’evento. 

Trauma cranico grave

  • coma che può protrarsi fino ad un mese.
  • Dopo il recupero della coscienza il paziente può presentare uno stato confusionale acuto caratterizzato da irrequietezza motoria, agitazione, difficoltà di comprensione, incoerenza, comportamento oppositivo ed aggressivo.
  • Nelle settimane seguenti lo stato fisico migliora rapidamente ma possono persistere difficoltà cognitive e alterazioni comportamentali e di personalità che variano a seconda della sede della lesione. 


Il persistere di difficoltà a livello cognitivo e comportamentale rende necessario un percorso riabilitativo di tipo neuropsicologico finalizzato al recupero delle funzioni lese e centrato sulle specifiche difficoltà dell’individuo. 

L’obiettivo è riabilitare le funzioni danneggiate con conseguente riduzione delle difficoltà sperimentate nella vita quotidiana e facilitare il ritorno all’attività lavorativa o di studio da parte del paziente. 

E’ inoltre fondamentale un supporto alla famiglia; la gestione della nuova situazione e delle difficoltà del proprio famigliare può risultare infatti difficoltosa e fonte di stress e malessere psicologico. Accanto a difficoltà partiche legate alla riorganizzazione della routine quotidiana che deve tener conto delle difficoltà del paziente; il famigliare si trova a dover gestire una serie di aspetti psicologici e reazioni emotivo-affettive riguardanti il rapporto col paziente. Quest’ultimo in molti casi presenta infatti disturbi comportamentali e modificazioni di personalità significativi che possono generare frustrazione, smarrimento e senso di impotenza nel famigliare che lo accudisce. Per questo motivo risulta fondamentale un parallelo intervento rivolto ai famigliari basato sull’ascolto e assistenza nell’individuazione di soluzioni a specifiche problematiche.